mercoledì 26 settembre 2012

Un mio esame universitario di “Diritto della Previdenza sociale” di giovedì 13 scorso, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari . Il programma: http://giurisprudenza.unica.it/pub/insegnamenti/156/index.jsp?ins=156&id_docente=95 . I seminari tenuti da avvocati e magistrati del Foro di Cagliari : “ Invalidità civile ”, “ Tutela dei diritti degli enti previdenziali: contenzioso”, “Infortunio in itinere”, “ Accertamento tecnico preventivo obbligatorio, ex art.445 bis cpc ” * Quattrocchi Walter, laureato in Scienze Politiche con Specialistica in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni ( Facoltà di Scienze Politiche di Catania)

mercoledì 12 settembre 2012

SEMINARI 2012-13



Vi ricordo i miei seminari per il 2012-13 :
-Previdenza pubblica e privata
-Design industriale italiano
-Arte contemporanea e mercati

lunedì 3 settembre 2012

" L'INGANNO DI TANGENTOPOLI " : IL LIBRO INTERVISTA A RENATO ALTISSIMO CHE SVELA I SEGRETI DELLA PRIMA REPUBBLICA


Questa estate è uscito per Marsilio editore “ L’inganno di Tangentopoli”, un libro intervista del giornalista Gaetano Pedullà, già direttore del Tempo, con un protagonista della Prima Repubblica, Renato Altissimo, ultimo segretario nazionale del Partito liberale italiano, già Ministro della Sanità e dell’Industria tra il 1979 e il 1986.
Altissimo ritorna dal volontario esilio in Europa, conseguente la condanna nell’inchiesta di Mani Pulite, “ la fuga fu una scelta tragica- confessa il politico- per non fare probabilmente la fine di Craxi, Sergio Moroni, Gabriele Cagliari, e altri”.
Il tema affrontato dal libro entra nel dibattito sul ventennio da Tangentopoli e grazie alla diretta testimonianza di Altissimo ne rivela retroscena inediti . I due autori fanno continui riferimenti alla politica italiana del dopoguerra per concentrarsi sulla Prima Repubblica del pentapartito, del craxismo, spazzata via dallo tsunami dell’inchiesta di Mani Pulite insieme all’onda lunga giustizialista dei processi mediatici.
Altissimo ci rivela una verità diversa ( lui la chiama “la verità vera”) da quella che di solito accompagna l’immagine, secondo lui, fiabesca di Mani Pulite.
“Ma nelle pagine del libro non si sosterrà mai la tesi- ci tiene a precisare il giornalista nell’introduzione- del complotto dei magistrati. Si cerca però di dare una risposta a queste domande: c’era o no una regia dietro Tangentopoli? Perché in quel tritacarne finirono insieme l’Italia peggiore e l’Italia migliore? A conti fatti, ci sono stati politici, magistrati, imprenditori che da quella stagione hanno guadagnato? E quanto? Perché giornali e opinione pubblica scelsero senza riserve la sponda giustizialista, se su circa cinquemila persone coinvolte in Mani Pulite più di quattromilacento sono poi risultate innocenti o comunque prosciolte, prescritte o estranee ai fatti? E oggi come allora, se lo stesso tritacarne può essere acceso, chi può controllarne l’interruttore?”.
Altissimo è preoccupato perché vede oggi riproporsi quelle stesse condizioni di allora “ la debolezza della politica ridotta ad un immobilismo dei partiti, fiaccati da una inarrestabile ondata di antipolitica, frutto dell’eredità di Mani Pulite e accentuata dai recenti scandali sull’abuso dei rimborsi elettorali; il conflitto tra politica e magistratura e il conseguente arroccamento delle posizioni, che, insieme all’alibi di un Berlusconi sempre sotto processo, hanno causato l’impossibilità di potere arrivare alle riforme del sistema, mentre rimaniamo fanalini di coda in Europa sulla giustizia ; e infine la recrudescenza della corruzione”. Pedullà sulla questione morale aggiunge “ mentre in altri Paesi, come in Inghilterra, il tema è stato recentemente affrontato, in Italia si gira la testa dall’altra parte”. Altissimo riferendosi ai tempi in cui era un dirigente di partito ci tiene a fare un distinguo “ perché mentre a quell’epoca il grosso del denaro veniva usato per pagare i costi dei partiti, con qualcuno che prendeva mazzette, oggi con il finanziamento pubblico trasformato in rimborso elettorale, i soldi che girano non si sa dove vanno a finire, vedi i casi Lusi, Lega Nord…”.

-PCI, Mani Pulite e il sogno di Craxi-
Proseguendo nell’operazione verità, Altissimo spiega come mai dall’inchiesta Mani Pulite furono praticamente esentati il Pci, l’Msi, la sinistra Dc e una imprenditoria camaleontica e contigua alla sinistra, come nel caso dell’Ingegnere De Benedetti “ ad un certo punto però i magistrati sembrarono decidere tutti insieme ( mentre nella seconda metà degli anni ottanta l’inchiesta sui fondi neri dell’Iri che portava anche al Pci e affidata al magistrato Gherardo Colombo non si sa che fine fece…) quelli di destra come quelli di sinistra, che fosse giunto il momento di dare un duro colpo alle forze di governo. Quel colpo che le opposizioni non erano riuscite a dare in cinquant’anni . Per far questo la magistratura ha di fatto ignorato ciò che avveniva a sinistra , chiudendo un occhio e anche due, sui trasferimenti di Mosca, il cosiddetto “ oro di Mosca ”, o quelli provenienti dalle cooperative rosse, derubricando invece il dossier Mitroklin. Si fece apparire tutto come semplici casi di corruzione, non distinguendoli dal finanziamento ai partiti o anche ai singoli, ma in funzione di finanziamento comunque della politica, i cui apparati di partito erano diventati sempre più costosi, anche per controbattere in Italia la macchina pesantissima del più grande partito comunista di tutto l’Occidente, ormai introdotto e consociativo in ogni ambiente, con migliaia di dipendenti in distacco sindacale in aziende pubbliche e private, come Enel, Fiat, i quali svolgevano stabilmente attività politica a favore del partito comunista”. L’onorevole, ricorrendo al pensiero di Cossiga , spiega le origini sociologiche e storiche della saldatura tra l’area del partito comunista che faceva riferimento a Violante, magistrato in prima linea negli anni del terrorismo e la corrente dei giudici di Magistratura Democratica, originariamente invece di visione liberale “ nasce così il partito delle procure e nella cultura della stessa base del Pci si afferma sempre più l’idea che può essere il magistero penale a cambiare la società” .
“Con la crisi del Pci, causata dalla caduta del muro di Berlino e l’implosione del partito comunista con il crollo dei consensi nelle elezioni del 1992, si profilava il possibile sorpasso del PSI - sostiene Altissimo - e il realizzarsi del sogno “mitterandiano” di Bettino Craxi di assorbire il Pci all’interno del Psi, come era avvenuto in Francia”.

-La disperazione dei quarantenni del Pci-
Cossiga, allora Presidente della Repubblica, aveva offerto, dopo il crollo del muro di Berlino e dissoltasi l’Unione sovietica, un nuovo compromesso storico ( denominata “autoassoluzione” dal Presidente) dopo quelli tra De Gasperi e Togliatti e tra Moro e Berlinguer, ma il partito comunista rispondeva addirittura tentando di incriminarlo, con le eccezioni di Macaluso, Chiaromonte e Giorgio Napolitano, quest’ultimo uscito perdente dalla lotta per la segreteria del partito alla quale fu invece preferito Natta. “ I quarantenni del partito, D’Alema, Veltroni, Fassino, Violante che avevano atteso pazientemente il loro turno per “contare” – riferisce Altissimo- nel Paese, vedevano profilarsi la prospettiva della fine delle loro speranze e ambizioni. Ma arriva la scossa nel 1992 con l’inchiesta Mani Pulite : il Paese per entrare in Europa doveva dismettere parte dell’apparato industriale dello Stato, per cui il mondo economico e finanziario aveva bisogno di una classe dirigente al governo del Paese con cui dialogare meglio che con Forlani e Craxi. A questo punto Violante lancia segnali di via alle procure e la sinistra, avallando il trasferimento del giudice Caselli a Palermo, punta anche all’incriminazione di Giulio Andreotti per mafia”.

-Opera moralizzatrice di Mani Pulite-
L’onorevole Altissimo smentisce un’altra favola, quella per cui tangentopoli avrebbe restituito moralità all’economia, affermando che “ chi ispirò e si avvantaggiò di quella fase giudiziaria e storica, oggi controlla grandi giornali, conta nella finanza e nei palazzi di potere, riuscendo a condizionare ogni elementare logica di mercato. Anzi, l’uscita di scena di molti concorrenti permise ad un ristretto gruppo di imprese, “protette” dal sistema, di fare guadagni immensi, senza peraltro dover compiere alcuno sforzo per modernizzarsi”.

-L’occasione persa delle privatizzazioni-
Altissimo racconta “ per rispettare i conti imposti da Maastricht, ai fini dell’entrata nell’euro del nostro Paese, il governo in carica di quegli anni dell’ex Pci D’Alema dovette ricorrere alle privatizzazioni di una parte del patrimonio pubblico. L’occasione fu ghiotta per l’imprenditoria “ amica”, come in diversi casi in cui beneficiario risultò essere l’Ingegnere De Benedetti. Si iniziò dal fallito assalto alla SME da parte dell’Ingegnere, che Prodi, allora Presidente della controllante Iri, aveva preferito rispetto a chi aveva presentato un’offerta 7 volte più vantaggiosa, gli americani della Heinz, produttrice del famoso Ketchup” “ sai Renato - gli giustificò il Professore- solo perché De Benedetti ha un taglietto sul pisello che altri non hanno”. “ Poi fu la volta dell’assegnazione a Omnitel, società di De Benedetti, del secondo gestore della telefonia mobile in Italia-ricorda Altissimo- ratificata con un decreto firmato dall’allora Ministro del Tesoro Ciampi a urne ancora aperte. Quindi l’affare che portò la società Infostrada, sempre dell’Ingegnere, ad acquisire la rete telefonica delle Fs, pagandola una miseria , 700 miliardi di lire, per di più dilazionati in 14 anni e poi dopo poco tempo rivenduta ai tedeschi di Mannesmann per 14 mila miliardi di lire, una somma mostruosa”. Nelle vicende Telecom ( sempre di quel periodo la vicenda parallela di Telekom Serbia )Altissimo evidenzia l’attivismo sospetto del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, che sostanzialmente diede il via libera alla scalata della compagnia telefonica da parte di Roberto Colaninno, che aveva rilevato la società Olivetti da De Benedetti, e la maxiconsulenza di Tronchetti Provera al manager bancario Consorte, amico degli ex Pci.
Medesimi copioni per le privatizzazioni Seat- Pagine Gialle, Autostrade che andarono ai Benetton e le Banche di Stato destinate alle Fondazioni bancarie filogovernative.
Insomma un assalto alla diligenza e una svendita del patrimonio industriale pubblico che poteva abbattere decisamente il debito pubblico e che invece lo alimentò .

-Falcone e zona grigia Stato-mafia-
Un capitolo a parte viene dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e la zona grigia tra Stato e mafia.
Significativa la circostanza che Altissimo riporta, citando la memoria di Cirino Pomicino, secondo la quale il giudice siciliano prima di essere ucciso, stesse collaborando con il procuratore di Mosca, Valentin Stepankov, sui fondi del KGB, il servizio segreto sovietico. Dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio nessuno però seguì quella pista che portava ai segreti bancari di San Marino .

-Tangentopoli e media-
Riguardo al ruolo dei media nella vicenda tangentopoli si è già detto che, a parere di Altissimo, questi cavalcarono opportunisticamente l’onda giustizialista, anche per assecondare propri interessi o per spirito di partito e a dimostrazione di questo stretto legame il politico porta l’esempio della presenza di un giornalista filocomunista, Ezio Mauro, alla direzione del giornale degli Agnelli, la Stampa di Torino, giustificata a lui dall’Avvocato in questo modo
“ perché un comunista in redazione val bene la pace in fabbrica”. D’altronde la sinistra aveva occupato molte posizioni di comando inserendo centinaia di giornalisti, molti dei quali in contatto diretto con le Procure.
-Bettino Craxi-Il libro, come già detto, è ricco di sconosciuti dietro le quinte che riguardano tanti vecchi e nuovi campioni della politica nazionale, dell’imprenditoria e della finanza. Per quanto riguarda la vittima più prestigiosa di Tangentopoli , Bettino Craxi, Altissimo sviluppa la tesi, supportata dalla testimonianza di Paolo Cirino Pomicino, che il segretario dei socialisti avrebbe impedito quell’assalto alla diligenza delle privatizzazioni e che anzi rifiutò una proposta/patto dal finanziere laico Enrico Cuccia, che gli offriva in cambio l’appoggio di tutta la borghesia azionista e anticlericale contro la finanza cattolica. Questo rifiuto molto probabilmente, secondo Altissimo, gli fu fatale.

-Il futuro-
Ma in Altissimo c’e’ la paura che la stagione di Tangentopoli possa ripetersi, giacchè si parla di nuovo di vendita di patrimonio pubblico e quindi così chiosa “ magari con un governo amico a Palazzo Chigi qualche neo campione delle privatizzazioni si potrebbe far vivo ”.

- da un mio articolo su Spinningpolitics
IN ALTO LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO IN GALLERIA COLONNA A ROMA : DA SINISTRA VITTORIO SGARBI, RENATO ALTISSIMO, GAETANO PEDULLA'


VENEZIA BIENNALE ARCHITETTURA 2012, FINITA L' ARCHITETTURA "ICONA" DELLE ARCHISTARS



Il Leone d’oro va a Urban Think Thank per il progetto Gran Horizonte( venezuelani,vedi foto in alto). L’occupazione verticale della Torre David a Caracas vince questa edizione della 13. Mostra Internazionale di Architettura. Un incredibile progetto di architettura spontanea, documentato dalle immagini di Iwan Baan. All’italiano Cino Zucchi una menzione speciale per il progetto Copycat.
Il Leone d’argento, per lo studio più promettente, va alle irlandesi Grafton Architects.
Il Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale va allo splendido Padiglione Giapponese di Toyo Ito. Tre menzioni speciali ai padiglioni di Polonia, Russia e Stati Uniti.
Ad Alvaro Siza il Leone d’oro alla carriera.

La Biennale di Venezia premia il progetto della Torre David di Caracas, grattacielo incompiuto di 28 piani, come modello di “spazio comune”, esempio di “abitare collettivo e informale”. In tempo di crisi, un significativo premio allo “squatting”
Inaspettato ma sicuramente meritato. Non fosse altro perché stiamo parlando di quello che è il più grande edificio occupato del mondo. Parliamo della Torre David di Caracas, un grattacielo di 28 piani, modernissimo ma incompiuto, che dopo anni di occupazione ha vinto l’ambito premio del Leone d’Oro per il miglior progetto rappresentante il tema “Common Ground”.
La biennale di Venezia premia, quindi, questo esempio di abitare collettivo e informale messo in piedi dall’Urban-Think Tank (Alfredo Brillenbourg, Hubert Klumpner) e Justin McGuirk. Ma soprattutto dagli abitanti di Caracas e alle loro famiglie “che hanno creato una nuova comunità e una casa a partire da un edificio abbandonato e incompiuto”.
Sono queste le parole con le quali la giuria della 13ma Biennale Architettura ha voluto assegnare l’importante riconoscimento, per la prima volta, a un caso di occupazione di uno stabile abbandonato.
Quello che è conosciuto come squatting, oggi, ha il suo modello da seguire. Un modello di ‘commons ground’, di spazi comuni. “La giuria – si legge nelle motivazioni della premiazione – elogia gli architetti per aver riconosciuto la potenza di questo progetto trasformazionale: una comunità spontanea ha creato una nuova casa e una nuova identità occupando Torre David, e lo ha fatto con talento e determinazione. Questa iniziativa può essere intesa come un modello ispiratore che riconosce la forza delle associazioni informali”.
TORRE DAVID – La Torre David o Torre de David è un palazzo modernissimo, ricoperto su tre lati di vetrate a specchio, nel cuore di Caracas: una grande incompiuta di 45 piani. I primi 28, da anni, sono occupati da circa 2500 squatter che hanno eletto la torre come loro casa. Non ci sono bagni, mancano pure i muri e anche le balaustre dei terrazzi, fatte in mattoni, sono un’”accessorio” che è spuntato da poco: questo dopo che piu di qualche inquilino è volato nel vuoto per oltre 20 piani.
La costruzione risale al 1990: doveva ospitare appartmenti di lusso, uffici e anche la sede di una delle piu importanti banche del Venezuela con tanto di eliporto. A finanziare la costruzione fu il magnate David Brillembourgh, allevatore di cavalli, uomo d’affari e amico di Hugo Chavez, scomparso per una malattia nel 1993.
Allora il governo venezuelano, riporta il New york Times, aveva acquisito tutti i suoi beni ma il palazzo non fu mai completato a causa della crisi economica che colpì lo stato.
La Torre de David, dal nome del suo creatore, compare anche nel libro “Shadow Cities: A Billion Squatters, A New Urban World” scritto dal giornalista americano Robert Neuwirth come, probabilmente, il piu grande edificio occupato del mondo.

foto sotto : giapponesi e 2 foto di Walter Quattrocchi all'ingresso dei Giardini alla Biennale e al red carpet della Mostra del Cinema al Lido di Venezia.









venerdì 10 agosto 2012

Marina Abramovic, uscito il DVD e VOLUME de «The artist is present»


«She's never not performing» si dice di lei durante il film. E si badi bene parliamo di un'ultrasessantenne. Ma lei è la performance, lei è il suo corpo sempre teso ad oltrepassare limiti, lei è la prova vivente che con tutto si può giocare.
Lei è Marina Abramovic e in questo «The artist is present» racchiude tutta se stessa attraverso la storia di una mostra. Infatti Matthew Akers che dirige la segue nella preparazione della grande retrospettiva che il Museum of Modern Art di New York ha dedicato alla Abramovic nel 2010, la più grande esibizione che il MoMA abbia mai dedicato all'arte della performance. Imperdibile questo cofanetto (dvd + volume) edito da Feltrinelli per chi ama ma anche per chi nulla sa dell'artista nata a Belgrado, figlia di due partigiani, volata nel 1976 ad Amsterdam dove incontra il performer tedesco Ulay (Uwe Laysiepen), che diventa suo partner nella vita e nel lavoro.
Praticamente due anime gemelle (incredibilmente nati nello stesso giorno) che mettono alla prova i reciproci ego, si incontrano - scontrano sulla scena e, al di là delle quinte, consumano una relazione simbiotica da oltre un decennio. Più che una performance infinita.

immagini dal Moma

mercoledì 1 agosto 2012

ECCELLENZA: Master in design della ristorazione a Cagliari



IED, scuola di eccellenza e Fondazione Gualtiero Marchesi insieme per lo sviluppo di imprese vincenti nell’ambito della ristorazione. Come? Attraverso un master, incentrato sulla formazione di professionisti in grado di individuare e sfruttare al meglio i diversi elementi che concorrono a creare progetti imprenditoriali di successo. “Master in design della ristorazione”, questo il titolo del progetto, presentato ieri a Milano, che si pone l’obiettivo principale di trasferire le conoscenze utili a focalizzare l’oggetto ristorante come una pluralità di elementi che devono fondersi per creare un unico ed equilibrato elemento, con un proprio carattere e ben identificato. L’ammissione al master è a numero chiuso e la candidatura avviene attraverso l’invio del proprio curriculum vitae . Verranno presi in considerazione tutti coloro in possesso di una laurea in qualunque disciplina e i professionisti con pluriennale esperienza nell’ambito della ristorazione. Le lezioni avranno sede a Cagliari, presso le aule IED, per la durata di 4 settimane, mentre l’ultima settimana, che prevede incontri, workshop e progetti, si svolgerà a Milano. A conclusione del percorso didattico, i partecipanti dovranno presentare un loro progetto dimostrandone la fattibilità attraverso una simulazione. I progetti saranno valutati da una commissione, presieduta da Gualtiero Marchesi (il quale terrà anche diverse lezioni durante il corso). Al miglior progetto sarà offerta la possibilità di usufruire della consulenza da parte del Gruppo Gualtiero Marchesi per le attività di pre-opening, oltre all’utilizzo del logo “Miglior progetto di Design della ristorazione 2013”. I corsi avranno inizio a gennaio 2013. Un’occasione unica, per un itinerario di studio innovativo, che da spazio a chi è consapevole della propria passione e vuole investire sul suo futuro.
al centro della foto Marchesi e a sinistra il responsabile IED Cagliari Massimo Cugusi

DESIGN BIODEGRADABILE ATTRAVERSO LA BIOPLASTICA


bio-on e FLOS presentano il primo prodotto al mondo realizzato con la bio plastica PHAs, biodegradabile naturalmente in acqua al 100%. A dare forma al primo test di questo rivoluzionario materiale è stata scelta Miss Sissi, la lampada di FLOS disegnata nel 1991 da Philippe Starck e diventata una icona nel design dell'illuminazione. Si uniscono così la creatività, l’esperienza e la presenza
globale di FLOS con l’innovazione di bio-on, proprietaria esclusiva della tecnologia per produrre la bio plastica PHAs.

http://www.bio-on.it/

lunedì 16 gennaio 2012

LE NOVITA' 2012 PER LE PENSIONI

Scatta il contributivo per tutti, sale la soglia d'età per le donne. Estensione del contributivo pro rata per tutti, aumento dell'età di pensionamento delle donne, giro di vite sulle pensioni di anzianità e blocco della rivalutazione rispetto all'inflazione per i trattamenti superiori a tre volte il minimo: sono solo alcune delle novità in materia previdenziale per il 2012 previste dalla manovra correttiva. Ecco in sintesi che cosa cambierà per chi matura i requisiti per la pensione a partire dal prossimo anno (per chi li matura entro il 2011 si mantengono le regole precedenti):
CONTRIBUTIVO PRO RATA. Dal 2012 scatta l'applicazione a tutti del
metodo contributivo pro rata (anche a coloro che avendo oltre 18 anni di contributi a fine 1995 avevano mantenuto il più vantaggioso metodo retributivo) che calcola l'assegno previdenziale sulla base dei contributi versati. Questo calcolo sarà applicato solo sull'anzianità maturata a partire dall'anno prossimo.
ADDIO FINESTRA MOBILE. Non ci saranno più decorrenze, l'anno di
finestra mobile sarà inglobato nell'età prevista per la vecchiaia e la pensione anticipata.
AUMENTO ETÀ VECCHIAIA DONNE. Dal primo gennaio le donne del settore
pubblico andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni (dai 62 attuali compresa la finestra mobile). Le donne dipendenti del settore privato andranno in pensione a 62 anni (dai 61 attuali compresa la finestra).
Il requisito passerà a 63 anni e sei mesi dal primo gennaio 2014 e gradualmente arriverà a 66 anni nel 2018. Le lavoratrici autonome andranno in pensione a 63 anni e mezzo dal 2012 fino ad arrivare a 66 anni nel 2018.
PER PENSIONE VECCHIAIA A 66 ANNI ALMENO 20 ANNI CONTRIBUTI.
Dal 2012 si può andare in pensione di vecchiaia a 66 anni avendo almeno 20 anni
di contributi a condizione che l'importo della pensione sia pari almeno
a 1,5 volte l'assegno minimo (rivalutato negli anni successivi sulla base del Pil). Si prescinde dal requisito dell'importo minimo se si hanno almeno 70 anni (e un minimo di cinque anni di contributi). L'età minima di accesso alla pensione di vecchiaia, compresi gli adeguamenti alla speranza di vita, sale a 67 anni dal 2021.
ASSEGNO SOCIALE A 66 ANNI. Anche per chi non ha redditi e quindi
aspira alla pensione sociale il requisito cresce di un anno passando a66 anni.
PENSIONE ANTICIPATA. Dal 2012 si può uscire dal lavoro in anticipo
rispetto all'età di vecchiaia solo avendo maturato un anzianità contributiva di 42 anni e un mese se uomini e 41 e un mese se donne.Questi requisiti sono aumentati di un mese nel 2013 e di un altro mese nel 2014. Per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni si applica la riduzione del trattamento di un punto percentuale (due punti
percentuali per ogni anno di anticipo ulteriore rispetto a due anni).
In pratica la riduzione applicata potrebbe essere del 6% nel caso di uscita con 58 anni di età.
FASCIA FLESSIBILE PER CHI HA SOLO CONTRIBUTIVO. Per chi ha cominciato a versare contributi solo dal 1996 si può uscire dal lavoro a 63 anni
purché si siano versati almeno 20 anni di contributi e purché l'importo della pensione sia almeno pari a 2,8 volte l'assegno sociale (darivalutare negli anni successivi).
ADEGUAMENTO SPERANZA VITA. Restano valide le regole sull'adeguamento dei requisiti per la pensione alla speranza di vita a partire dal 2013.La manovra prevede che siano adeguati non solo i requisiti di età ma
anche quelli di anzianità contributiva.
ALLENTAMENTO STRETTA PER NATI 1952 CON 35 ANNI CONTRIBUTI. I
dipendenti con almeno 35 anni di contributi a fine 2012 che avrebbero
maturato in quell'anno i requisiti per la pensione (sulla base delle
regole precedenti, quindi almeno 60 anni di età e quota 96 tra età e contributi) possono andare in pensione anticipata con almeno 64 anni di
età. Le lavoratrici dipendenti che entro il 2012 avranno 20 anni di
contributi e 60 anni di età potranno andare in pensione di vecchiaia a
64 anni di età.
GIRO VITE SU LAVORI USURANTI. Dal 2012 i lavoratori con attività
usuranti potranno uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di
vecchiaia solo con quota 97 tra età e contributi e almeno 60 anni di
età. Fino al 2011 era stato possibile uscire con tre anni in meno
rispetto all'età anagrafica minima (60 anni) quindi con 57 anni.
CONTRIBUTO SOLIDARIETÀ. Dal 2012 al 2017 è previsto un contributo di
solidarietà a carico dei fondi speciali. Sono escluse le pensioni di
importo pari o inferiori a cinque volte il minimo (2.337 euro).
AUMENTO ALIQUOTA CONTRIBUTIVA ARTIGIANI E COMMERCIANTI. Dal 2012
commercianti e artigiani pagheranno 1,3 punti in più per arrivare nel
2018 a un livello del 24% (a fronte del 20-21% attuale).
BLOCCO RIVALUTAZIONE PENSIONI SUPERIORI A 3 VOLTE MINIMO.
L'indicizzazione piena delle pensioni rispetto all'inflazione per il 2012-2013 è prevista solo per i trattamenti inferiori a tre volte il minimo. Viene considerato per il calcolo della soglia l'intero reddito
previdenziale del pensionato.
CONTRIBUTO PENSIONI D'ORO. Per i trattamenti superiori a 200.000 euro è previsto un contributo del 15% per la parte eccedente questa cifra.
Nella foto il Ministro del LAVORO ELSA FORNERO in lacrime alla conferenza stampa del Decreto Salva Italia __NELLA FOTO UN MIO ARTICOLO DEL 15 DICEMBRE 2011 IN SECONDA PAGINA SUL QUOTIDIANO " L'UNIONE SARDA " di Cagliari

martedì 11 ottobre 2011

Tutte le novità PREVIDENZIALI delle manovre estive



Questa estate per la previdenza è stata davvero calda, un periodo tormentato tra annunci di riforme epocali, brusche marce indietro, ritocchini, insomma ogni giorno ce n’è stata una. L’effetto di questo altalenante valzer di notizie è tutt’ora una grande confusione e diventa complicato per chiunque, anche per gli addetti ai lavori, mettere insieme le tessere di un mosaico così articolato. Tentiamo di distinguere le effettive novità delle due manovre estive.
Pensioni rosa: per la pensione di vecchiaia delle donne che lavorano nel settore privato, oggi fissata a 60 anni, nel 2014 inizia il percorso di crescita graduale, che si completa nel 2026, con il traguardo del requisito anagrafico a 65 anni. Risultato: il primo scatto in avanti si ha il primo gennaio 2014, quando il requisito anagrafico viene incrementato di un mese. Quindi si procede con ulteriori due mesi dal gennaio 2015, tre mesi l'anno successivo e così via . Questi numeri sono però provvisori perché, con il meccanismo di adeguamento automatico dell’età pensionabile alle speranze di vita (Istat), possono crescere ogni volta che aumenta l’età media e dal 2013 si applica il primo aumento temporale di 3 mesi. Per le donne del settore pubblico invece rimane invariato dal 1°gennaio 2012 il requisito dei 65 anni di età per la pensione di vecchiaia.
Requisiti pensionistici e aspettative di vita “ISTAT”: per quanto riguarda l'agganciamento tra requisiti anagrafici per le pensioni di vecchiaia o di anzianità e speranze di vita, certificato dall’ISTAT, l'entrata in vigore di questo nuovo meccanismo si verifica nel 2013 e non nel 2015, come previsto dalla manovra d’estate dello scorso anno. Risultato: il 1° gennaio 2013, se aumenta la vita media, si valuta la possibilità di un primo scatto di tre mesi dell’età pensionabile e poi ogni tre anni si va al tagliando per un altro anche superiore. Questo significa per esempio che nel 2050 per la pensione di anzianità si potrebbe andare a 70 anni.
Pensioni con 40 anni di contributi: per le persone che maturano il massimo possibile di contributi e che non devono rispettare alcun requisito anagrafico è stato incrementato progressivamente di un mese, relativamente a ogni anno, la durata delle finestre mobili. Risultato: dal 1° gennaio 2012 il nuovo pensionato deve aspettare, per incassare il suo primo assegno, non più 12 mesi bensì 13 per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e 19 per gli autonomi, e dal 2013 ulteriori 2 mesi in più, dal 2014 altri 3 mesi e così via.
Scuola: i dipendenti del settore scolastico possono andare in pensione dal primo anno scolastico ( o accademico) successivo a quello di maturazione dei requisiti.
Blocco temporaneo delle rivalutazioni: fino a tutto il 2013 viene introdotto un meccanismo di limitazione crescente della perequazione, cioè dell'adeguamento delle pensioni al costo della vita. Per le pensioni che non superano cinque volte il trattamento minimo Inps (circa 2.300 euro), la rivalutazione è riconosciuta al 100% per la quota di pensione fino a tre volte il trattamento minimo Inps (circa 1.400 euro), e nella misura del 90% per la quota compresa tra tre e cinque volte il predetto minimo Inps (tra circa 1.400 euro e 2.300 euro). Invece, per le pensioni il cui importo supera cinque volte il trattamento minimo Inps, la limitazione si applica al 70% per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo Inps (circa 1.400 euro), mentre non si riconosce alcuna rivalutazione per gli importi superiori ai 1.400.
Contributo di solidarietà e pensioni d’oro: dal 1° agosto 2011 al 31 dicembre 2014 i trattamenti pensionistici tra 90 mila e 150 mila euro lordi vengono assoggettati ad una trattenuta secca del 5% e quelli oltre i 150 mila ad una del 10%.
Reversibilità e matrimoni di comodo: dal 1° gennaio 2012 viene ridotta la pensione del coniuge superstite nel caso in cui il matrimonio sia stato celebrato dopo il compimento del settantesimo anno di età del titolare della pensione e la differenza di età fra i coniugi sia superiore ai vent'anni . L'assegno di reversibilità a favore degli eredi viene ridotto del 10% per ogni anno di matrimonio mancante rispetto al numero di 10. Ad esempio, l'assegno è ridotto al 90% per un matrimonio di 9 anni, all'80% per otto anni e così via. La disposizione non si applica in caso di presenza di figli di minore età, studenti ovvero inabili.
Invalidità: perizia preliminare alla causa civile. A partire da gennaio 2012, prima di ricorrere al giudice per il riconoscimento dell'invalidità civile, in caso di rigetto delle domande da parte dell’Inps, sarà necessario esperire l'accertamento tecnico preventivo, cioè le parti devono passare preliminarmente da una perizia medica.
Micro-contenzioso previdenziale INPS : il contribuente che si trova in giudizio contro l'Inps, per il quale alla data del 31 dicembre 2010 non è intervenuta la sentenza di prima grado, viene ex lege soddisfatto della sua pretesa e il contenzioso dichiarato estinto.
Tfr pubblico impiego: solo per questi lavoratori viene rinviata la liquidazione con 6 mesi di ritardo per chi esce con la pensione di vecchiaia e con 24 per chi sceglie la via dell'anzianità .
L’anticipo della delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale da esercitare entro il 30 settembre 2012, pena l’applicazione della “clausola di salvaguardia” , per intenderci tagli lineari dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale, e lo “spending review ”, ovvero la revisione integrale della spesa pubblica, inseriti nella manovra di ferragosto porteranno altre rilevanti novità ai lavori del cantiere previdenziale.

venerdì 7 ottobre 2011

Goodbye Steve


Steve Jobs, il fondatore della Apple, l’uomo che ha cambiato per sempre il modo di comunicare, fruire della musica, del cinema, è morto il giorno dopo la presentazione della sua ultima creatura, l’Iphone 4S, la prima senza di lui al timone dell’azienda. Toni Muzi Falconi racconta un suo personale ricordo per commemorare un uomo straordinario.


di Toni Muzi Falconi da FERPI.it

”But you are an Ibmmer!. Luca diventa tutto rosso, febbrilmente si sfila la giacca blu appena comprata e si toglie la cravatta stirata aprendosi la camicia bianca. “That’s much better!”.

Siamo sotto la scaletta del suo aereo privato, non ricordo l’anno esatto (Luca mi aiuti tu?) ma di certo non oltre il 1984. Luca è Luca Mortara, che avevo da poco assunto in SCR proprio per seguire il lancio del Macintosh in Italia. Infatti, avevamo optato per Apple e lasciato IBM.

Naturalmente parlo di Steve Jobs. Una storia che, oggi, forse merita di essere raccontata.

SCR era allora la principale società italiana di relazioni pubbliche ed eravamo stati interpellati da Apple. Telefono ad Alberto Beonio Brocchieri, allora alle Rp di IBM Italia, nostro cliente e gli chiedo se davvero Apple fosse così competitor da metterci in conflitto qualora avessimo accettato di lavorarci. La risposta fu positiva (nel 1984 Apple are nata da poco e nessuno pensava che sarebbe diventata quello che oggi sappiamo).

Luca Mortara era allora un giovanotto che lavorava all’Arci: brillante, spiritoso, intelligente. Lo avevo conosciuto su presentazione di Chicco Testa (presidente di Legambiente ) quando mi venne a trovare qualche mese prima in Foro Bonaparte 70 per convincermi a partecipare ad una di quelle iniziative che Luca si inventava un giorno si e un giorno no.

Eravamo nei primi anni ottanta e lui voleva convincermi ad investire dei soldi, pochi per volta, per partecipare insieme ad altri pazzi al Capodanno del 2000 in una isola del Pacifico. Ricordo anche che mi fece nomi altisonanti intellettuali che avevano aderito… e notai che erano di una età che non sarebbe mai arrivata al 2000 (!) . Brillante, la rateazione come una sorta di assicurazione sulla vita a rovescia…

Naturalmente non partecipai al capodanno del 2000 nell’isola del Pacifico, anche perché quella notte ero impegnato a Roma per coordinare con Lara Pontarelli e Roberto Zangrandi, con Franco Bassanini, Ernesto Bettinelli, Francesco Rutelli, Mariella Gramaglia, Luigi Zanda la cabina di regia, nazionale e cittadina, dedicata a governare l’impatto potenziale del baco del millennio, proprio mentre si apriva nella capitale il Giubileo (ma questa è un’altra storia).

Parlantina sciolta, passione per il digitale, ammirazione sconfinata per Jobs, buon inglese: Luca era la persona giusta. Lo assunsi rapidamente e insieme organizzammo la prima visita di Jobs in Italia.
Era in arrivo a Fiumicino con il suo aereo privato.

Luca era molto emozionato e non si rese conto (neppure io per la verità) che – indossando il suo primo vestito blu appena acquistato, con camicia bianca e cravatta elegante – avrebbe suscitato quel commento fra l’ironico e l’irritato di Jobs appena sceso dalla scaletta e dopo avermi stretto la mano. Avevo fatto carte false per ottenere il permesso alla limousine con autista che avevamo preso per l’occasione di entrare in pista e raccogliere il nostro cliente sotto la scaletta. Volevamo dargli l’impressione che, pur non essendo dei nerds/geeks, eravamo comunque bravi. In effetti non avevo mai visto Luca con una cravatta e ne ero anche compiaciuto…

Dopo quel primo commento, Jobs si mise a camminare verso l’uscita dell’aeroporto con noi due a fianco mentre l’autista sconcertato ci seguiva a distanza. ”Gotta take a walk, after all those hours sitting down…”

Fra i diversi incontri che ci aveva richiesto a Roma, Jobs ci teneva ad uno in particolare: quello con Gianni De Michelis che allora era ministro per le partecipazioni statali. Aveva letto delle sue cose tradotte in inglese e ne era rimasto colpito. Fissai con Gianni una cena in una saletta riservata del Grand Hotel. Ma Gianni non sapeva l’inglese e mi chiese se poteva portare con sé una amica americana che fungesse da interprete. Intorno al tavolo il ministro, la sua amica, Jobs, Luca ed io. Per chi conosce Gianni sa bene che parla così in fretta che nessuno potrebbe fare una simultanea, e quindi dopo pochi minuti si mise a parlare in un misto veneziano/napoletano pensando (immagino) che un americano lo avrebbe capito meglio che non se avesse parlato solo in veneziano…

Cena a dir poco imbarazzante.

Il giorno dopo Gianni mi chiamò per chiedermi come era andata. Già allora non sapevo tenere la bocca chiusa e gli dissi ”un disastro”. Mi mise giù il telefono.

Non ci incontrammo più per diversi mesi fino a quando non mi chiamò un giorno per invitarmi a partecipare all’hotel Quirinale (quello in Via Nazionale) dove era stato invitato da Paolo Pasini a parlare a un gruppo di manager e imprenditori angloamericani. Ci andai e fui sbalordito: il suo inglese era diventato davvero accettabile e colto. All’uscita mi disse ”Mi hai fatto molto incazzare, però come vedi sono migliorato…”
Che centra tutto questo con l’uscita di scena di Steve Jobs? L’amico Fontana direbbe: storytelling…

mercoledì 5 ottobre 2011

8 OTTOBRE MUSEI FREE PER LA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO "AMACI"



AMACI ha scelto l’8 ottobre 2011 per il grande evento dedicato all’arte contemporanea: la Giornata del Contemporaneo, quest’anno alla sua Settima edizione.
Porte aperte gratuitamente in ogni angolo del Paese, per presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Un programma multiforme che regalerà al grande pubblico un’occasione per vivere da vicino il complesso e vivace mondo dell’arte contemporanea.
sul sito web AMACI le località che ospitano l'iniziativa divise per regione.
Segnalo interessanti quelle a Catania presso Palazzo Valle alla Fondazione PUGLISI Cosentino, come anche a NUORO al Museo MAN.
Ecco l'invito della Didattica di Palazzo Valle
"In occasione della VII Giornata del Contemporaneo chiunque vorrà potrà visitare le mostre in corso alla Fondazione Puglisi Cosentino: Carla Accardi, esposizione permanente fino al 10 giugno 2012 a cura di Luca Massimo Barbero, e Bosco d’amore. Omaggio a Renato Guttuso a cura di Nextl’Ink, aperta fino al 5 novembre 2011.
Sabato 8 ottobre 2011, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20, ingresso gratuito, con la possibilità di due visite guidate dagli stagisti della Sezione Didattica della Fondazione alle ore 10 e alle ore 17 . Si potrà partecipare prenotandosi ainumeri 095 7159378 e 3405082205, o mandando una e-mail a didattica@fondazionepuglisicosentino.it .
Per gli appassionati, alle ore 11 la Sezione Didattica ospiterà nei suoi spazi la proiezione di alcune immagini delle più importanti realtà del contemporaneo in Sicilia, selezionate e commentate da Ornella Fazzina, docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, che la scorsa primavera ha pubblicato un testo impegnato su questi temi, già diventato fondamentale per gli studiosi, Spazi del contemporaneo in Sicilia. Nuove realtà per l’arte del presente, edito da Lettera Ventidue".
nella foto un'opera di Jackson Pollock, protagonista di un cortometraggio al MAN di NUORO

giovedì 29 settembre 2011

MASTRAPASQUA, PRESIDENTE INPS " PENSIONE ANTICIPATA PER LAVORI USURANTI, QUELLO CHE RIMARRA' IN FUTURO DELLA PENSIONE DI ANZIANITA' "



Scade domani 30 settembre il termine per presentare al proprio Ente di Previdenza la richiesta del beneficio al pensionamento anticipato per quest’anno, da parte dei lavoratori addetti a lavori usuranti che abbiano già maturato o matureranno entro il 31.12.2011, i requisiti pensionistici agevolati  previsti dal decreto legislativo 21 aprile 2011 n. 67, che recepisce le attività usuranti individuate dal decreto del Lavoro del 19 maggio 1999.

Il ritardo nella presentazione della domanda non preclude l’accesso al diritto, ma comporta un differimento della decorrenza del trattamento pensionistico e in media, per ogni mese di ritardo, il diritto differisce di una mensilità, fino a un massimo di tre. Chi invece matura i requisiti da 1° gennaio 2012, deve  presentare la domanda entro il 1° marzo dell’anno di maturazione dei requisiti. I beneficiari sono quelli stessi lavoratori indicati dal decreto interministeriale 19 maggio 1999, cioè addetti a lavori in miniere, cave, gallerie e in fondali o cassoni ad aria compressa, gli addetti alla cosiddetta “ linea catena ” o alla conduzione di mezzi pubblici di trasporto (compreso gli scuolabus, come precisato dall’Inpdap), con almeno nove posti. A costoro si aggiungono i soggetti che abbiano svolto lavoro notturno, organizzato in turni di almeno 6 ore, tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per almeno 64 notti l’anno e che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata a partire dal 1° luglio 2009 ( 78 notti per chi, invece, li abbia maturati tra il 1°giugno 2008 ed il 30 giugno 2009). Inoltre, per le pensioni anticipate che abbiano decorrenza entro il 2017, per poter ottenere il beneficio pensionistico, occorre avere svolto l’attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10, mentre a regime ( dal 2018) la durata dell’attività usurante dovrà essere della metà della vita lavorativa.

E’ inoltre previsto un meccanismo di salvaguardia per il caso in cui le domande per pensionamento anticipato assorbano risorse maggiori di quelle stanziate, cioè verrà data priorità ai trattamenti maturati prima e, in caso di ulteriore eccedenza, alla data di presentazione delle domande. Una volta accolta la domanda, il beneficio sarà rilevante. Questo, infatti, consiste nella riduzione di tre anni del requisito anagrafico, ma non inferiore a 57 anni, o di tre punti della quota (94 invece di 97) con 58 anni d'età. Restano fermi, in ogni caso, sia il requisito minimo di 35 anni di anzianità contributiva sia la "finestra d'uscita" ( ritardo di un anno della decorrenza della pensione, rispetto alla data di maturazione dei requisiti).                                                                                    

Richiesta all'Inps. Con il messaggio n.16762/20011, l'Inps ha comunicato che è possibile scaricare dal suo sito (www.inps.it-Sezione moduli) il modulo da compilare per la richiesta di accesso al beneficio previsto per i lavoratori addetti ad attività usuranti.

Richiesta all'Inpdap. Anche l'Ente di Previdenza dei dipendenti pubblici ha messo a disposizione  dei lavoratori l'apposito modulo di richiesta, (scaricabile dal sito www.inpdap.it-Sezione modulistica) da inviare all'ente entro il 30 settembre.

Oltre alla richiesta è necessario allegare la documentazione minima come indicato nell’allegato A della Circolare del Ministero del Lavoro n. 22 del 10 agosto scorso, altrimenti la domanda non può essere considerata procedibile.

Obbligo per i datori di lavoro: con il decreto legislativo 21 aprile 2011 n.67 è entrato  in vigore l’obbligo per il datore di lavoro di informare per iscritto i servizi ispettivi della Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio, con periodicità annuale, della esecuzione di lavoro notturno svolto in modo continuativo o compreso in regolari turni periodici e delle lavorazioni particolarmente usuranti come quelle a ciclo continuo, catena di montaggio , eccetera. L’obbligo di comunicazione può essere adempiuto mediante le associazioni datoriali e in ogni caso l’informativa deve essere inviata anche alle organizzazioni sindacali. La violazione dell’obbligo di informativa è punita con la sanzione amministrativa da 500 a 1500 euro. La comunicazione deve essere inviata entro trenta giorni dall’inizio delle attività usuranti.

 

venerdì 16 settembre 2011

Dal 17/09 a Palazzo Valle evento omaggio a Guttuso " il bosco d'Amore"


A Catania l'omaggio/tributo a Renato Guttuso. Dal 17 settembre (vernice h.18) presso  Palazzo Valle Fondazione Puglisi Cosentino. La redazione di Nextl'ink ha prodotto, nel mese di febbraio 2011, uno speciale monografico incentrato sul tema “Il Bosco d'amore", dal quale nasce l'omonimo evento che vede coinvolte diverse professionalità dell'arte.
Incipit visivo: la grande opera " Il bosco d'amore" che Renato Guttuso dipinse negli anni 80. Per l'occasione sono stati invitati pittori, scultori, poeti e prosatori siciliani e italiani a confrontarsi col tema generando un vero e proprio dialogo tra visioni e parole in
un gioco sinuoso tra le parti. L'evento prevede una mostra con opere dei 26 artisti (pittori e scultori) invitati ad aderire al progetto con
opere coerenti al tema e di vario formato ed alle quali saranno accostate, anche in occasione dell'anniversario
del centenario della nascita del Maestro di Bagheria, tre opere guttusiane.
L'allestimento prevederà anche l'esposizione dei testi in prosa e dei componimenti poetici in serrato dialogo con le opere esposte e restituiti in chiave performativa attraverso voci e suoni; i letterati protagonisti sono:
Giuseppe Bella, Carmelo Causale, Vincenzo Crapio, Francesco Nicolosi Fazio, Angelo Scandurra,
Maurizio Scibilia, Stefano Strazzabosco.
La sede che ospiterà l'evento sarà il prestigioso Palazzo Valle - Fondazione Puglisi Cosentino, di Catania, dal 17 settembre al 5 novembre 2011.
l'opera di Guttuso
http://pieromontana.splinder.com/post/22375734/bosco-damorerecensione-di-piero-montana-dellopera-pittorica-di-guttuso-e-lettera-del-maestro-a-montana

info Fondazione Puglisi Cosentino
http://www.fondazionepuglisicosentino.it/Contatti.aspx

sabato 10 settembre 2011

Achille Benito Oliva controcorrente sullo start dell'arte contemporanea


Prima di accingermi nei prossimi giorni a visitare la Biennale d'Arte di Venezia, documentandomi sull'evento ho trovato questo video del grande critico d'arte Achille Benito Oliva, che in un passaggio di un'intervista sulla mostra di quest'anno individua l'inizio temporale dell'arte contemporanea .
">video( da minuto2,15)

venerdì 15 luglio 2011

IL COMPASSSO D'ORO PER LA PRIMA VOLTA IN SARDEGNA COL PROGETTO "DOMO" DELLA CASA EDITRICE ILISSO


Il progetto multidisciplinare "DOMO", svoltosi in ambito regionale e presentato lo scorso aprile al Salone del mobile di Milano, ottiene un importante riconoscimento nazionale con l'attribuzione del "Compasso d'Oro 2011". A ricevere l'ambito premio Vanna Fois, Anna Pau e Annalisa Cocco(designer e coordinatrice del corso di product design allo IED di Cagliari, giù con me nella foto) che, insieme a Roberta Morittu, Giuliana Altea e Antonello Cuccu, hanno curato "Domo" per Ilisso.
Che cos'è Domo? «È un progetto del 2009 in occasione della XIX Biennale dell'artigianato sardo», ha spiegato la curatrice nuorese Vanna Fois «prevedeva la realizzazione di 89 progetti che hanno dato vita a oltre 250 manufatti per 11 differenti ambiti artigiani con il coinvolgimento di 60 botteghe regionali e 33 designer di differenti specializzazioni e nazionalità». Manufatti che discendono da arcaica cultura materiale sarda, oggetti intimamente legati alla natura dell'Isola, messi in relazione con le istanze più aggiornate del design e del gusto.Sotto la regia dell'Ilisso hanno contribuito grafici, storici dell'arte, critici, fotografi. Tutto il lavoro è confluito in una mostra che si è svolta a Sassari negli spazi dell'ex Convento del Carmelo tra giugno e agosto del 2009 e infine in un grande catalogo.
Il volume (un vero libro-oggetto che entra a far parte della collezione storica del Compasso d'Oro ADI e che è in mostra nelle vetrine dei premiati al Macro) rende conto di ogni passaggio, ponendosi a testimone di un percorso complesso. «Il titolo Domo scelto per la mostra - ha concluso Vanna Fois - rende omaggio all'epicentro simbolico della cultura della Sardegna, la casa».
In alto nella foto il LIBRO-oggetto
-nella foto sotto la designer Annalisa Cocco

A CAGLIARI CENSURATO LO SPETTACOLO "CAMP" DELLE "LUCIDO SOTTILE"


Dopo l'annullamento da parte della Provincia di Cagliari dello spettacolo previsto all'Orto Bottanico dal 15 al 17 Luglio la compagnia delle Lucidosottile rilascia questa dichiarazione che pubblico integralmente!

"Ringraziamo l'Assessore Provinciale alla Cultura, Francesco Siciliano, per il suo accorato sostegno, e la sua offerta di mettere a disposizione della nostra Compagnia uno spazio alternativo all'Orto Botanico, ma lo spettacolo "Holy Peep Show" è stato concepito, scritto e studiato appositamente per quello spazio, e un suo spostamento comporterebbe un sensibile aggravio dei costi di produzione (relativi alla parte tecnica) che non siamo in grado di sostenere. A questo punto siamo dunque disposti a rinunciare al contributo di undicimila euro che ci era stato concesso dalla Provincia di Cagliari, proprio per evitare di aggravare la nostra situazione economica. Peraltro, l'annullamento dello spettacolo ci costerà 17 mila euro, cioè un terzo del contributo che annualmente ci viene riconosciuto dalla Regione Sardegna per la nostra attività. A questo punto, uno spostamento in uno spazio diverso dall'Orto Botanico aggraverebbe soltanto la situazione.

I rapporti con l'Orto Botanico sono sempre stati chiari: il via libera all'operazione "Holy Peep Show" è arrivato nel mese di maggio.

I problemi sono sorti la settimana scorsa con l'uscita dei manifesti "sei per tre". A quel punto ci è stato richiesto di cambiare l'immagine che presentava lo spettacolo. In caso contrario, ci è stato comunicato che l'Orto Botanico non sarebbe stato più nella nostra disponibilità. Solo dopo il nostro rifiuto a cambiare l'immagine dello spettacolo (cambio che avrebbe comportato anche un'ulteriore spesa economica) è arrivata la motivazione del Rettore dell'Università di Cagliari, Giovanni Melis, secondo cui l'Orto Botanico (concesso senza problemi negli ultimi mesi ad altre compagnie e associazioni culturali) non sarebbe agibile.

Ora noi chiediamo al Rettore di intervenire sulle cause dell'inagibilità e consentirci di portare in scena lo spettacolo all'Orto Botanico, così come concordato da mesi con i responsabili della struttura. A questa produzione la nostra compagnia lavora da due anni, coinvolgendo 67 professionisti.

La nostra compagnia è dal 2004 è riconosciuta dal MIBAC e un nostro rappresentante siede nel Consiglio Direttivo Nazionale della sezione Agis Danza. Siamo una realtà conosciuta ed apprezzata a livello nazionale, come testimonia la nostra attività e la nostra rassegna stampa.

La cancellazione dello spettacolo metterà in seria difficoltà la nostra Compagnia. Per questo chiediamo a tutte le forze politiche e sociali che credono nella libertà dell'espressione artistica, ai nostri colleghi e ai cagliaritani, di convincere il Rettore Melis a rivedere la sua decisione e a consentirci di portare in scena regolarmente "Holy Peep Show" dal 15 al 17 luglio."

LO SPETTACOLO:
Holy Peep Show è contaminazione tra tre dimensioni: la cultura religiosa "popolare"stereotipata e annidata nella coscienza collettiva occidentale, la fiaba di Pinocchio di Collodi, ricca di simbologia e fortemente legata agli archetipi più vicini alla sociologia attuale, e la rielaborazione provocatoria e irriverente poetica della compagnia LucidoSottile, che sceglie di giocare con gli archetipi dei personaggi della fiaba italiana più conosciuta nel mondo, per connetterli ad alcune delle più suggestive figure sacre della spiritualità cristiano- cattolica.
Lungo gli otto camminamenti del percorso guidato dai Padri Spirituali, i personaggi nelle stazioni di apparizione assumono forma, carattere, personalità, e si "manifestano" in tutta la loro umana/sacralità.
I Padri Spirituali, di una religione non definita, ironicamente vicina al New Age e alle innumerevoli correnti legate alle " scuole di illuminazione", accolgono il pubblico (i pellegrini), e lo guidano attraverso l'Orto Botanico in direzione delle postazioni dove si incontreranno personaggi come Santa Agata Maria Mercedes Lopez nell'interpretazione del Grillo Parlante, San Francesco nei panni di Geppetto, I tre pastorelli di Fatima nel Campo dei Miracoli, una danzante Bernadette / La Balena o "il terribile pesce cane" come scrisse Collodi, impreziosita da una istallazione in cima alla fontana Pampanini realizzata dal pittore e writer, Federico Carta noto Crisa. Per arrivare poi a Gesù nel ruolo di Pinocchio, Sant'Efisio come Lucignolo nel paese dei Balocchi, fino a passare nel campo dei cactus spinati dove troveremo i Santi Padri Pedofili nel ruolo del Gatto e la Volpe, per concludersi con La Madonna che interpreta il ruolo della Fata Turchina.
Tante sono le suggestioni, i velati riferimenti, quanto le provocazioni, esplicite o suggerite dalle LucidoSottile, Tiziana Troja e Michela Sale Musio, note al pubblico come Le Lucide. Aspra è la loro polemica contro le ultime dichiarazioni della Chiesa Cattolica in merito ai fatti di cronaca recenti, riguardanti gli occultamenti degli episodi di pedofilia, gli scandali sessuali, lo sperpero di denaro, trasformazione dei luoghi deputati alla preghiera in vere e proprie mete commerciali, che ben poco hanno in comune con la spiritualità.
Risultano visibili e semplici, i raccordi registici e le simbologie che vedono tra gli altri una Bernadette, figura purissima strumentalizzata e torturata dalle suore compagne del convento, invidiose delle sue visioni, aggirarsi confusa a racimolare denaro per dare sostentamento al suo paesello (Lourdes) che le LucidoSottile simboleggiano nella "Balena che tutto divora" , il pesce, simbolo della religione cattolica, evidenziando la sua brama continua ad accumulare ricchezze materiali, a dispetto della reale situazione di povertà che dilaga nel mondo.

Un generoso San Francesco, spirito guida della compagnia LucidoSottile, che si spoglia per donare i suoi vestiti da ricco borghese ai poveri, e decidendo di dedicare la sua vita alla preghiera in povertà, così Geppetto , diventato padre ,si priverà della sua giacca, unico riparo per il gelido inverno, per nutrire suo figlio neonato e affamato; e Gesù/Pinocchio, nei panni di un politico intento a ripassare il suo discorso pre-ettorale, pregno di promesse impossibili, sotto lo sguardo attento e i consigli di Maria Maddalena che lo invita ad essere il più sincero possibile, per il bene dell'umanità.
Cinquanta prestigiosi interpreti nel cast artistico, tra cui spiccano i Sikitikis, le Balentes, Ombretta Pisanu, gli attori:Angelo Trofa, Valentina Fadda, Vanessa Podda del Gruppo Batisfera, Andrea Ibba Monni e Gà di Ferai Teatro, Antonella Puddu, Daniele Meloni. I danzatori: Valentina Puddu, Michela Laconi ,Gabriele Vaccargiu. Dayana Drag Queen e Tina Pika Drag. Ilenia Cugis, Susy Monni, Alberto Lorrai, Margherita Delitala e numerosi altri insieme ad una ventina di comparse di questo villaggio incantato.
La grafica e l'immagine di Holy Peep Show sono curate da Daniele Coppi.
Dieci tecnici tra Sound Design, Light Design e assistenti.

Una produzione "gigantesca" per una compagnia, che nonostante i successi di pubblico e di critica nazionale, i numerosi riconoscimenti, non riesce a farsi spazio nell'impelagato mondo degli affidamenti alla Cultura della Regione Sardegna.
IL VIDEO di PROTESTA

giovedì 14 luglio 2011

NY: Change by US . La città cambiata da noi


Per i cittadini di New York è on line la piattaforma Change by Us NYC, insieme alle informazioni sui primi bandi. Tra questi l'annuncio di un prossimo bando attraverso cui il Comune e il Comitato dei cittadini di New York City stanziano dai 20 ai 40 finanziamenti, ciascuno di un ammontare compreso tra i 500 e i 1000 dollari, per progetti che con la partecipazione dei cittadini rendano la città più bella e più verde
Change by Us NYC dunque è la nuova iniziativa dell’amministrazione comunale di New York City, città che più di altre - sul forte commitment di Bloomberg (il sindaco) - sta sperimentando il paradigma dell’open government attraverso un concreto e crescente connubio tra tecnologia e partecipazione. In questo senso la piattaforma Change by Us NYC aggiunge un tassello ad una strategia più ampia e decisamente innovativa dell’amministrazione newyorkese, il cui sindaco – non a caso - ha scelto tra i suoi più stretti collaboratori il co-autore del pluricitato “Governing by Network: The New Face of the Public Sector” (pubblicato in Italia da IBL con il titolo "Governare con la rete") nonché pioniere dell’approccio locale al “reinventing government” ed ex sindaco di Indianapolis, Stephen Goldsmith.
Cosa è Change by US NYC
Molto semplicemente, Change by US NYC è un posto virtuale dove gli abitanti di New York possono trasformare le loro idee in azioni, creando dei progetti e costruendo dei team di lavoro per rendere la città un posto migliore in cui vivere. Per cominciare - spiegano i facilitatori del processo - stiamo chiedendo ai cittadini come rendere la nostra città più verde. La piattaforma web su cui poggia Change by US NYC è stata creata da Local Projects – azienda di media design - ed è gestita dalla Municipalità di New York, Ufficio del Sindaco.
Cosa permette di fare
Sul blog dell’iniziativa Change by US NYC, si spiega che attraverso la piattaforma ciascuno può seguire una serie di step in un processo semplice che gli permetterà di trasformare la propria idea in un progetto condiviso e utile per tanti. Così viene presentato Change by US NYC ai cittadini newyorkesi.
Condividere idee Dall'Ufficio del sindaco si dicono convinti che i newyorkesi sono da sempre ricchi di grandi idee su cosa potrebbe rendere migliore il proprio quartiere. Ora, continuano, ciascuno può usare Change by Us NYC per comunicare agli altri cosa ha in mente. Nessuna idea è troppo grande, nessuna è troppo piccola.
Partecipare o creare progetti. Ciascuno può cercare un progetto che gli permetta di fare qualcosa di utile nel proprio quartiere o in giro per la città. Una volta identificato il progetto che fa per sé, ciascuno può diventare un membro del team, entrando in rete con quanti vogliono impegnarsi nella stessa azione. Change by Us può essere usato anche per mettere in piedi e guidare un nuovo progetto…così che ognuno ha la possibilità di trasformare la propria idea in realtà.
Costruire team di lavoro Ogni newyorkese puo usare Change by Us NYC per entrare facilmente e con rapidità in contatto con le persone che collaboreranno al progetto, dalla sua nascita al suo compimento.Capita infatti - spiegano gli ideatori - che qualcuno abbia l’idea, qualcuno il piano, qualcun'altro gli strumenti…e che insieme ci si completi.
Trovare le risorse Change by Us NYC può essere utilizzato per venire a conoscenza ed entrare in contatto con i programmi di finanziamento pubblici e di enti del terzo settore che possono sostenere il progetto, aumentandone le chances di successo. In qualsiasi momento qualcuno avesse bisogno di accedere a un servizio del Comune o di trovare qualche informazione su scala locale - rassicurano dal Comune - troverà risorse pronte per fornire guida e tutoraggio
Ancora in ottica 2.0, i facilitatori del processo hanno aperto un account di posta elettronica a cui chiunque abbia idee su come rendere Change by Us NYC più facile da usare e più efficace può scrivere.

Nel presentare la piattaforma, dall’Ufficio di Bloomberg sottolineano che l’amminisitrazione di New York è orgogliosa di lavorare a questo progetto in partnership con il Comitato di Cittadini per la Città di New York, il Pratt Center per il Community development e il Servizio Forestale degli Stati Uniti.

mercoledì 13 luglio 2011

XXII COMPASSO D'ORO 2008-2010 : TRA I PREMIATI ANCHE LA SARDEGNA



Il premio Compasso d'Oro, fondato da La Rinascente nel 1954 da un'idea di Gio Ponti e successivamente ceduto all'ADI (Associazione per il Disegno Industriale), ha celebrato quest'anno la sua XXII edizione premiando i migliori prodotti, servizi, studi e ricerche del triennio 2008-2010. La premiazione è avvenuta ieri pomeriggio al MACRO di Roma, nella sede del Testaccio, la Pelanda.
Le regole del premio, ormai consolidate dalla XIX edizione, prevedono una preselezione operata da un Osservatorio Permanente del Design, composto da esperti di settore che hanno il compito di monitorare la situazione del design italiano e i cui risultati confluiscono nei volumi annuali ADI Design Index. Solo all'interno dei progetti pubblicati negli Index la giuria internazionale nominata dall'ADI opera le sue scelte.
Quest'anno, presieduta da Arturo Dell'Acqua Bellavitis (Italia) e composta da Chantal Clavier Hamaide (Francia), Umberto Croppi (Italia), Guto Indio Da Costa (Brasile), Pierre Keller (Svizzera), Cecilie Manz (Danimarca), Clive Roux (USA), Shiling Zheng (Cina), la giuria ha assegnato 19 premi a prodotti, mentre 9 premi alla carriera, 3 premi internazionali e 1 premio speciale sono stati conferiti direttamente dal comitato esecutivo ADI. Inoltre, uno speciale comitato ha assegnato 3 premi Targa Giovani, riservati agli studenti delle scuole di design.
Ecco la lista completa dei 19 Compassi d'oro 2011
1. Pasta Pot di Patrick Jouin per Alain Ducasse per Alessi (Index 2008)

2. Tonale di David Chipperfield per Alessi (Index 2010)

3. Steelwood Chair di Ronan&Erwan Bouroullec per Magis (Index 2008)

4. Smith di Jonathan Olivares per Danese (Index 2008)

5. Myto di Konstantin Grcic per Plank Collezioni (Index 2008)

6. Teak Table di Alberto Meda per Alias (Index 2008)

7. Fiat 500 di Fiat Group Automobiles Design per Fiat Group Automobiles (Index 2008)

8. Hope di Francisco Gomez Paz, Paolo Rizzatto per Luceplan (Index 2010)

9. DRM Design Research Maps di Stefano Maffei, Paola Bertola, Massimo Bianchini, Beatrice Villari (Dipartimento INDACO – Politecnico di Milano) per Rete SDI - Sistema Design Italia, CPD- Conferenza dei Presidi di Design, CDD –Coordinamento dei Dottorati in Design (Index 2008)

10. Frida di Odoardo Fioravanti per Pedrali (Index 2009)

11. Napoli Teatro Festival Italia di Tassinari/Vetta - Leonardo Sonnoli e/and Paolo Tassinari per Fondazione Campania dei Festival (Index 2009)

12. Multiverso - Icograda Design Week Torino 2008 di Zup Associati per AIAP (Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva) e/and Icograda (International Council of Graphic Design Associations) (Index 2009)

13. Nuur di Simon Pengelly per Arper (Index 2010)
14. Elica di Brian Sironi per Martinelli Luce (Index 2010)
15. Yale di Jean-Marie Massaud per MDF Italia (Index 2010)
16. Domo XIX Biennale dell'Artigianato Sardo di Italo Antico, Alessandro Artizzu, Lee Babel, Berselli Cassina Associati, Andrea Bruno, Vittorio Bruno, Maria Calderara, Annalisa Cocco, Antonello Cuccu, Adriana Delogu, Lia Di Gregorio, Angelo Figus, Giuseppe Flore, Antonio Fogarizzu, Valentina Follo, Giulio Iacchetti, Nilla Idili, James Irvine, Setsu & Shinobu Ito, Ugo La Pietra, Marta Laudani e/and Marco Romanelli, Paolo Marras, Tomoko Mizu, Roberta Morittu, Palomba Serafini Associati, Eugenia Pinna, Gianfranco Pintus, Pierluigi Piu, Florence Quellien, Salvatore+Marie, Alessio Tasca, Paolo Ulian, Nanda Vigo per Ilisso Edizioni (Index 2010)
17. Rossa. Immagine e comunicazione del Lavoro 1848-2006 di N!03 con Stefano Vellano, Luigi Martini per Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario CGIL (Index 2008)

18. Sunset di Hangar Design Group per Movit - Pircher Oberland (Index 2008)
19. Lab 03 di Ludovica + Roberto Palomba per Kos (Index 2009)

Inoltre sono stati assegnati 77 menzioni d’onore. A questi si aggiungono 9 premi alla carriera a protagonisti del design italiano, 3 premi assegnati a figure internazionali e un premio speciale. Infine, 3 targhe e 10 attestati ai migliori progetti realizzati dagli studenti delle scuole di design italiane.

SITO web ADI

mercoledì 6 luglio 2011

MILANO,Triennale Design Museum :" LA FABBRICA DEI SOGNI", la storia del design italiano in mostra


In occasione del 50esimo anniversario del Salone del Mobile 2011, la Triennale ha inaugurato una mostra per celebrare gli imprenditori/designer italiani dal dopoguerra ad oggi.
La fabbrica dei sogni; Uomini,Donne, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano, è il nome della mostra che dal 5 aprile si è aperta fino al 26 febbraio 2012.
Un percorso interattivo tra i volti e gli oggetti che hanno segnato il Design italiano
sito Triennale
il video

martedì 5 luglio 2011

LA POLITICA OGGI: " MENO APPARTENENZA E PIU' PARTECIPAZIONE". INTERVISTA AL MASSMEDIOLOGO MICHELE SORICE


Oltre ad insegnare Comunicazione Politica e Sociologia della Comunicazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Luiss “Guido Carli” di Roma, il Professor Michele Sorice dirige, nel medesimo ateneo, il Centro Studi su Media e Comunicazione “Massimo Baldini”. Sempre all’interno del mondo Luiss, insegna inoltre alla Luiss Writing School e alla Scuola di Giornalismo anch’essa intitolata alla memoria di Massimo Baldini. E ed è proprio dal ricordo del silenzioso e riservato docente scomparso improvvisamente qualche anno fa, che desideriamo iniziare quest’intervista.
1) Professor Sorice, il suo collega Massimo Baldini amava sostenere che una comunicazione felice è soprattutto amore del silenzio. Un messaggio che stenta ad affermarsi in un contesto in cui, dalle piattaforme tradizionali della politica fino a quelle più innovative promosse dalla rete, sembra prevalere invece l’amore per il chiacchiericcio e la polemica sterile ma ad ogni costo. Come ovviare a questa tendenza?
La tendenza al “rumore” è strettamente connessa ai processi di mediatizzazione. I media tendono a essere pervasivi e a moltiplicare, talvolta in maniera ridondante, informazioni, commenti, punti di vista, dichiarazioni propagandistiche, azioni pubblicitarie e così via, tutte confuse in un unico grande flusso. L’offerta e la domanda di comunicazione crescono in maniera esponenziale: si tratta di un processo inevitabile. Massimo sapeva benissimo che eliminare il rumore è impossibile ma proprio per questo perseguiva il silenzio come momento di discernimento, come una specie di grimaldello per forzare la porta della comunicazione che, a causa dell’eccesso comunicativo, rischia di nascondersi alla nostra vista.
Il legislatore era stato previdente e accorto: il “silenzio elettorale”, quello che precedeva (e teoricamente ancora precede) la giornata delle elezioni, serviva proprio a questo. Si trattava di uno spazio simbolico in cui al rumore si sostituiva un silenzio fatto di ragionamenti pacati in famiglia o fra amici. Quel silenzio – per quanto simbolico – costituiva (dovrebbe costituire) il momento in cui le passioni venivano ricondotte alla serenità del ragionamento. Purtroppo anche quello spazio simbolico di silenzio viene spesso invaso dal “rumore” dell’informazione. Il rischio è che nel caos entropico, alla fine non si capisca più niente. Non è un caso che chi ha pochi argomenti preferisca il rumore della rissa mediatica o delle tante macchine del fango (che sono un altro modo per provocare rumore e quindi impedirci di comprendere le cose).

2) In occasione delle recenti elezioni amministrative e ancor più in seguito ai risultati referendari, si è spesso posto l’accento sull’importanza assunta dai social network nel determinare i processi politici. Non le sembra invece che questo fenomeno sia stato un po’ troppo enfatizzato e, di conseguenza, siano state sottovalutate le reali motivazioni di una partecipazione popolare così massiccia?

Io credo che, come spesso accade, si sia operata una semplificazione di un processo però realmente importante. I social network non determinano processi politici ma possono giocare un ruolo molto importante nella costruzione di connessioni fra soggetti, possono in altre parole diventare uno spazio sociale di condivisione di esperienze e idee nonché uno strumento per l’attivazione di azioni di partecipazione sociale sul territorio. Detto in maniera un po’ semplificatoria: ci sono quelli che ritengono che i social media siano ininfluenti o quasi (è la posizione di molti studiosi, come per esempio Morozov che aveva fatto quest’analisi sul ruolo di Twitter e Facebook nelle rivoluzioni del Nord Africa), poi ci sono quelli che pensano che i social media rappresentino l’unica chiave di sviluppo della partecipazione sociale (posizioni iper-ottimistiche molto diffuse nella “narrazione” che la stessa rete a volte fa di se stessa); infine ci sono quelli che pensano che la rete rifletta una tensione presente nella società e siano però fondamentali nel processo di costruzione delle “architetture” di partecipazione. Ecco, io faccio parte di questa terza corrente, se così la vogliamo chiamare, di ricercatori.
La gente ha sentito il bisogno di partecipare perché avvertiva che i problemi rappresentati dai quesiti referendari li toccavano sulla propria pelle. E anche perché sta nascendo – soprattutto nei giovani – un’attenzione alla politica, una politica che è meno “appartenenza” e più partecipazione. Non si tratta di una tendenza costruita dai social network (e ai referendum peraltro hanno votato tantissimi anziani che difficilmente rappresentano il “popolo della rete”); al tempo stesso, però, è innegabile che il web 2.0 abbia favorito l’espressione di idee e contribuito alla legittimazione del valore della partecipazione. Un valore, peraltro, ribadito dal Presidente della Repubblica.

3) I principali partiti italiani – di maggioranza e di opposizione – vivono attualmente una fase di riorganizzazione e ridefinizione degli organigrammi interni, con grande fibrillazione tra i vari gruppi dirigenziali in un certo qual modo percepiti come dominanti. All’esterno invece, si tende a voler imporre un’immagine di coesione generale e complessiva unità di intenti. Cosa accade realmente nel sistema partitico italiano?

L’intero sistema politico italiano sta attraversando una fase di profonda riorganizzazione. La logica dell’appartenenza ideologica, che animava la politica del secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Settanta, si è dissolta con il declino dei partiti-chiesa e con l’implosione delle grandi ideologie ottocentesche. C’è stata poi la fase della politica come rappresentazione; alla rappresentanza ideologica si è sostituita la rappresentazione mediatica. Un processo che inizia ben prima di Berlusconi, già con Craxi, e che trova nella televisione lo spazio deputato alla sua crescita: spettacolarizzazione, personalizzazione dell’attività politica, centralità delle strategie di marketing. Si tratta di una fase che è ancora in corso ma che si scontra con una nuova tendenza: quella del ritorno alla politica come rappresentanza. Non più rappresentanza simbolica (cioè ideologica) bensì rappresentanza di interessi diffusi, trasversali, a volte persino solidaristici. La politica come rappresentazione mediatica alimenta e sfrutta meccanismi un po’ egoistici di tipo “NIMBY”, la riscoperta della rappresentanza di interessi plurali potrebbe incrementare spinte verso legami di solidarietà. Insomma, politica come partecipazione sociale.
Naturalmente si tratta di tendenze appena accennate che andranno verificate. Ecco, in questo quadro, i partiti sembrano ancora legati alle vecchie logiche; in parte quella della rappresentanza ideologica e, per la maggior parte, quella della rappresentazione puramente mediatica. Non riescono a intercettare i bisogni sociali e fanno fatica a rappresentare le nuove emergenze: daslla mancanza di speranza verso il futuro di molti giovani alle sensibilità ambientali, dal rinnovato protagonismo delle donne a bisogni collettivi di tipo culturale.
Da qui le spaccature interne ai partiti, con soggetti che cercano di interpretate (o a volte semplicemente inseguire) alcuni strati della società; il nuovo che cerca di abbattere il vecchio (ma spesso usando le stesse prassi politiche) e così via. I media accentuano l’immagine un po’ stantìa dei partiti e questo incrementa una disaffezione che è già forte e che, come dicevo, è connessa anche a un bisogno di partecipazione sempre meno ancorato all’appartenenza.
In questo quadro i partiti dovrebbero tornare a fare formazione, formazione alla politica nel senso più alto e nobile e non “recruiting” travestito da formazione. Un caso emblematico: uno dei pochi esempi seri di formazione politica è quello dell’Officina Politica del Pd. Bene: i media hanno ironizzato e lo stesso partito non sembra (almeno a leggere dai giornali) averla presa molto seriamente. E invece è quella – anche per altri partiti forse – la strada da seguire. L’azione politica spesso viene dallo studio serio della società e dei suoi problemi e da un progetto condiviso sulla società.


4) Le ideologie novecentesche ci hanno abbandonato ormai da un pezzo, lasciando aperti ampi spazi liberi che tutti i partiti hanno cercato di riempire in vari modi. La personalizzazione della politica ha fortemente inciso su questo processo, imponendo la figura del leader come centro propulsivo di qualsiasi azione partitica. Esistono nel nostro paese dei veri e propri leader in grado di (ri)mobilitare le masse colte da disaffezione nei confronti di un mondo – quello della politica, giustappunto – che appare loro distante ed autoreferenziale?

Il processo di personalizzazione della politica si accompagna alla crescita di centralità della figura del leader, vero e proprio principe democratico come lo definisce giustamente Sergio Fabbrini. In realtà la figura del leader si è imposta anche grazie alle trasformazioni istituzionali che abbiamo avuto, alcune formali (come nel caso del Titolo V della Costituzione) altre di fatto o effetto di percezione sociale. Bisogna poi aggiungere la crescente specializzazione e complessificazione delle società avanzate, che richiedono decisioni semplici e immediate a fronte di una macchina organizzativa sempre più diffusa e complessa. Non è un fenomeno solo italiano e ne sono affetti anche i sistemi di tipo parlamentare basati sui partiti (come, per intenderci, quello britannico e, seppur diversamente, quello italiano).
In realtà, come abbiamo detto, la disaffezione è verso i partiti non certo verso la partecipazione sociale, su cui anzi (come abbiamo visto per i recenti referendum) c’è una crescita d’interesse.
I leader italiani spesso non hanno molte delle caratteristiche del leader politico della modernità, dal carisma weberiano alle competenze specializzate e alla capacità mediatica. Il caso Berlusconi rappresenta un’eccezione ed è costruito su una forte mediatizzazione dell’immagine e del corpo del leader. Bisogna poi fare attenzione a non confondere le figure di leader con quelle di capi populisti: si tratta di fenomeni che, pur producendo risultati simili, sono abbastanza diversi. Sicuramente una figura efficiente di leader (anche rispetto alla propria autorappresentazione) è quella di Nichi Vendola. Al momento, però, mi sembra ancora un leader che smuove sì segmenti ampi e nuovi della società italiana ma non ancora le grandi masse.

5) Soffermiamoci un istante a riflettere sullo stato di salute dei due maggiori schieramenti politici tuttora esistenti. Il Pdl, dopo la nomina a segretario politico di Angelino Alfano, deve necessariamente diventare “partito” se desidera scongiurare un’implosione. Il Pd sembra incapace di sfruttare il vento di cambiamento nato di recente proprio nelle piazze virtuali di Facebook e Twitter. Cosa prevede per il futuro del centrodestra e del centrosinistra?

Difficile dirlo con nettezza perché la situazione è molto fluida. Il Pdl, anche con la nomina del ministro Alfano a segretario politico, resta un partito personale e d’altra parte non può essere altrimenti. Riuscirà a trasformarsi in partito più strutturato solo quando Silvio Berlusconi abbandonerà la politica attiva (o comunque svolgerà ruoli diversi). C’è da dire, però, che il collante rappresentato dal leader non potrà essere sostituito da una semplice organizzazione strutturale. Il rischio, per il Pdl, è la sua frammentazione o, almeno, la sua ricollocazione; è infatti un partito molto differenziato al suo interno, come lo era la Dc. Ma con una differenza fondamentale: la Dc trovava nei valori del popolarismo e, in parte, del cattolicesimo democratico il suo collante culturale; il Pdl lo ha nella figura di Berlusconi.
Diverso il caso del Pd, che è un partito nuovo. Non è la semplice fusione delle tradizioni democratico-cristiana e di quella comunista ma un soggetto che da quelle storie sviluppa un nuovo progetto politico. Ha quindi bisogno di tempo per costruire la propria identità: questo è il suo più grande problema. Non riesce, infatti, ad assumere una definizione del proprio stesso ruolo e della sua posizione. Il Pd ha tre prospettive. La prima è quella di provare a cavalcare le nuove emergenze sociali: sarebbe un errore e provocherebbe un effetto boomerang pauroso. La seconda è quella di provare a costruire un nuovo progetto di tipo politicistico: il rischio in questo caso è che i suoi stessi elettori non lo capiscano. La terza è quella di lasciarsi ibridare dalle nuove esperienze di partecipazione, diventare il collettore aperto, la cornice di nuovi bisogni di accesso alla politica. Quest’ultima potrebbe essere una strategia vincente ma ha bisogno che il Pd abbandoni le vecchie logiche della politica tradizionale e adotti anche un linguaggio nuovo. Le primarie potrebbero essere uno strumento importante, a patto che il Pd si ponga come garante e “padre nobile” e non come parte in causa.
Insomma, mi sembra che i partiti più importanti facciano – per motivi diversi – un po’ di fatica a interpretare i cambiamenti.

6) Recentemente, Lei ha sostenuto che almeno simbolicamente, il leader ha bisogno di un popolo ed il popolo di un leader. Se vale questo assunto, dovrebbe venir meno la necessità di radicamento territoriale di qualsivoglia soggetto partitico. Quali rischi comporta quindi la totale identificazione dell’individuo politicizzato con il Principe?


La mia affermazione era legata a quanto dicevo prima a proposito della necessità di un leader in virtù della complessificazione della vita politica e del ruolo dei media come nuovo spazio pubblico. In realtà un leader ha bisogno poi di una struttura: il partito, almeno come macchina organizzativa, non viene meno. Purtroppo tende a perdere il ruolo di luogo dell’elaborazione politico-culturale e a diventare una struttura di propaganda a servizio del leader stesso: una specie di “spin machine”. Ma per questo il bisogno del radicamento territoriale continua a permanere.
Da qui la necessità che il partito conservi, almeno in parte, un ruolo politico; questo è ovviamente quasi impossibile nei partiti personali.
In sostanza – e sempre semplificando – noi abbiamo diversi tipi di leadership; le due principali sono quella populistica e quella che potremmo definire “orizzontale”. Il leader populista rappresenta (o cerca di rappresentare) l’intero corpo elettorale e di fatto rende inutile il ruolo di intermediazione della classe politica: il rischio è il declino verso l’esautoramento delle istituzioni e la perdita di centralità dei parlamenti. Non è un caso che questi tipi di leader presentino sempre una retorica anti-parlamentare (parlamento inutile o vecchio o lento o inefficiente e così via) e sostanzialmente antipolitica. Il leader orizzontale è più difficile da far emergere: ha bisogno di una pluralità di soggetti che lo legittimano e deve intercettare un bisogno di partecipazione che, almeno a livello simbolico, deve essere il suo alimento, prima ancora dei media. Esperienze simili sono quelle che hanno portato ad alcune candidature a sindaco. In questo caso, il leader cresce grazie ai media ma ha bisogno di un popolo che lo legittimi nell’azione politica, senza limitarsi ad applaudirlo acriticamente.
L’attuale interconnessione fra media e politica facilita lo sviluppo e l’emergenza di leader populisti, con rischi di non poco conto per la tenuta della democrazia.


7) Tra le varie tracce della prima prova di italiano elaborate in occasione del’esame di maturità di quest’anno, il tema dedicato alla diversa conformazione della Destra e della Sinistra sembra essere stato “snobbato” dai giovani studenti che invece hanno preferito optare per l’analisi del concetto di “fama” promosso dall’industria televisiva. I reality ed i talent show hanno avuto la meglio sullo spunto di riflessione politica offerto ai maturandi. Come invoglierebbe un giovane ragazzo ad avvicinarsi allo studio di un mondo complesso come quello della scienza politica e della comunicazione ad essa legata?


Per quanto riguarda la maturità, credo che il tema sia stato snobbato solo perché richiedeva maggiori competenze e conoscenze anche di carattere storico. D’altra parte la “fama” è ormai entrata anche nell’analisi politica: il tema della “celebrity politics”, per esempio, o i processi di “pipolization” sono evidenze di come la popolarizzazione della politica abbia prodotto anche una trasformazione dell’attore politico in “performer”.
Sono peraltro convinto che i giovani stiano riscoprendo il valore della politica, il suo ruolo, la dignità dell’azione politica. Permane lo scetticismo sui partiti, è vero. Ma sono sempre di più i giovani che vogliono partecipare: anche in rete, al banale “clicktivism” (l’attivismo facile che si limita a un “mi piace” o a una firma di petizione o a un re-tweet) si è sostituita una partecipazione che produce effetti sul territorio. Non sono pessimista sui giovani.
Alle cose che i giovani già sanno e che stanno scoprendo autonomamente, aggiungerei che la politica è una cosa bella perché è progetto sul futuro, per un futuro non solo egoistico ma condiviso e solidale. Non sono così i partiti? Può darsi. Ma forse possiamo cambiarli. La politica è di tutti: capire questo significa fare già un passo importante per preservare la democrazia. E per costruire da protagonisti il futuro di tutti.
Intervista a cura di Angelica Stramazzi,,tratta da SPINNING POLITICS

domenica 3 luglio 2011

100 ANNI DI COSTANTINO NIVOLA ,LO SCULTORE SARDO CHE FECE FORTUNA IN AMERICA


Sarà Paolo Fresu in trio con Dhafer Youssef e Eivind Aarset ad aprire il centenario della nascita dell’artista Costantino Nivola (Orani, 5 luglio 1911), che culminerà con l’inaugurazione dei nuovi spazi espositivi del Museo Nivola
Costantino Nivola, scultore di fama internazionale, è nato a Orani il 5 luglio 1911.Artista controcorrente, dalla complessa personalità, influenzato dalla molteplicità di componenti culturali e antropologiche assorbite, Costantino Nivola (Orani, Nuoro, 1911 - Long Island, 1988) fin dal principio della sua carriera si rivela in antitesi all’estetica del modernismo a favore di un’arte anonima e totale. Dal valore universale. Sintesi e purezza della forma sono le prerogative del suo codice scultoreo -in particolare per quanto riguarda l’ultimo decennio- che nulla ha a che vedere col purismo, bensì è il risultato del connubio tra mediterraneità e avanguardie storiche, nello specifico Brancusi e Moore. Attraverso una sintesi di arcaismo, sperimentazione e quell’asprezza del primitivismo che trova nel concetto di femminilità un ruolo centrale. E che mai lo imbriglierà all’interno di schemi precostituiti.Il trasferimento negli States e l’incontro con Le Corbusier nel 1946 segnerà la svolta del suo percorso. Ne sono esempio i Paesaggi urbani di NY -dove l’artista, edulcorando la componente espressionista, si rivela una sorta di precursore della cultura pop - e una mezza dozzina di sand-cast (modellazione della materia attraverso una matrice di sabbia) degli anni ’50, tra cui uno Studio per lo showroom Olivetti di NY, impresa di decorazione architettonica affidata all’artista nel 1954.
Dai primi anni ’60 Nivola si dedica alla lavorazione della creta, mostrando la capacità di calarsi in una dimensione particolarmente intimista. Dai Letti -miniature a tutto tondo, metafore dell’esistenza e simbolo del rapporto uomo-donna- alle Spiagge e alle Piscine, altorilievi talvolta graffiti che risentono dell’influenza di Arturo Martini, modellate frapponendo una sottile tela alla materia. Una riflessione sull’identità, costante nel percorso di un artista violentemente sradicato dalla propria cultura, che subisce profonde mutazioni e conseguenti adattamenti non poco sofferti, così come si deduce a alcuni suoi scritti, Passa l’adolescenza facendo il manovale: è il suo primo incontro con la calce, la pietra, la terra e la sabbia. Mario Delitalia, noto pittore oranese, lo introduce al mondo dell’arte. Nel 1931 Nivola lascia Orani per recarsi a Monza dove si scrive all’Istituto statale per le industrie artistiche. Li conosce Ruth Guggenheim, la donna che starà con lui per il resto della sua vita. La giovane coppia è costretta a scappare in Francia: sono gli anni delle leggi razziali e lei è ebrea. Subito dopo la coppia si trasferisce negli Stati Uniti d’America. E qui che l’artista fa fortuna. Ma la passione per la Sardegna lo riporta spesso nella sua terra d’origine. Il 5 maggio 1988 Nivola muore a East Southhampton (USA), un girovago che ha fatto fortuna nel mondo, pur rimanendo sempre con lo sguardo rivolto verso la sua terra, la Sardegna: una passione che ha coinvolto anche la sua vedova, Ruth Guggenheim Nivola, che ha voluto essere presente all’inaugurazione della mostra. Udo Collu, presidente della Fondazione Nivola spiega: "C’è il progetto del Parco museo di Costantino Nivola che attende l’approvazione del POR. Il progetto è stato redatto dal famoso architetto statunitense Peter Chermayeff, allievo di Nivola e ideatore del più grande acquario del mondo, a Osaka in Giappone." Numerose le visite illustri giunte al museo da ogni parte. Tra gli stranieri la maggioranza è di americani, allievi a artisti, che hanno ammirato alcune delle sue opere oltre Oceano o nel sito Internet a lui dedicato. Le sue creazioni peraltro appaiono nei principali scali aeroportuali dell’Isola ed al palazzo della Regione di Cagliari.