venerdì 27 maggio 2011
28 maggio "MINIERE APERTE", da Masua a Carbonia fino a Rosas alla scoperta delle miniere
Domani inizia un viaggio attraverso ottomila anni di storia che fra Iglesias e Santadi, passando per Buggerru e Rosas (NARCAO), si nascondono sopra e sotto la terra: arriva “Miniere aperte” e i luoghi in cui l'archeologia industriale ha cambiato i connotati al territorio spalancheranno i loro segreti ai visitatori. Gratis, o a prezzo ridotto, e senza prenotazione.TERZO ANNO L'idea è rodata ormai da tre anni: è dal 2009 che si svolge la “Giornata nazionale delle miniere” per la quale vengono messi a disposizione i siti di tutta la regione. Ovvero quattordici impianti dell'ex industria mineraria di cui la maggior parte si trova nell'area della Provincia di Carbonia Iglesias (Centro italiano per la cultura del carbone nella Grande miniera Serbariu, Galleria Villamarina, Porto Flavia, Museo delle macchine da Miniera, Galleria Henry, EcoMuseo Miniere, Grotte Is Zuddas e l'istituto Minerario).
I PERCORSI Da Masua a Rosas sarà possibile ripercorrere le tracce di chi le miniere le ha costruite e scoprire curiosità tecniche e non solo. A Carbonia, nella Grande miniera Serbariu, si potrà visitare il museo del carbone, scendere nella galleria all'interno della quale ripercorrere l'intera storia dell'estrazione del carbone dall'antichità a oggi, visitare ogni angolo delle vecchie strutture riportate a nuova vita da un minuzioso lavoro che ha permesso alla città di ottenere prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali.
A Monteponi pozzi e imbocchi ricordano governatori ma anche asili, suore e le costruzioni hanno il nome di bambini scomparsi. La Galleria “Villamarina”, in onore del marchese e vicerè Giacomo Pes, era uno scavo all'avanguardia in Europa. L'impianto fu un “work in progress”, un lavoro che iniziò come un sistema a quota 174 metri sopra il livello del mare nel 1852 e si ampliò con aperture e sbocchi, secondo le necessità della miniera.
IN CITTÀ A Iglesias la miniera vive anche in città, in via Roma, all'Istituto Minerario. Qui, nel 1871, Giorgio Asproni e Quintino Sella vollero che fosse istituito il quartier generale della ricerca industriale del sottosuolo: il preside sarebbe dovuto essere il direttamente il dirigente del distretto minerario. La scuola per capi minatori era un bene nazionale: servivano ottimi tecnici per trovare nelle profondità della Terra le materie prime per alimentare l'economia italiana. Una luogo di formazione in cui teoria e pratica andavano di pari passo: gli allievi facevano lezione in quello che oggi è il museo mineralogico. Qui gli insegnanti mostravano loro i minerali che avrebbero potuto trovare una volta al lavoro o gli attrezzi utili per scavare gallerie come quella che durante le esercitazioni generazioni di ragazzi hanno costruito sotto la scuola e oggi è diventata "Museo dell'Arte Mineraria".
PARCO GEOMINERARIO DELLA SARDEGNA
NELLA FOTO veduta della costa di Nebida dalla Miniera Laveria Lamarmora
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