venerdì 30 ottobre 2009

RESA DEI CONTI NELLA MAGGIORANZA . Fini: TREMONTI , GIUSTO NO VICE PREMIER


Un modo per salvare la forma, ma nella sostanza la guardia dei colleghi resta altissima intorno al 'superministro', e il malumore viene a mala pena nascosto dietro la parola più in voga in questo momento nel governo e nel Pdl: collegialità. Parola che, per esempio, usa il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, decisamente non in buoni rapporti con Tremonti. Ma a mettere l'accento sulla

svolta di 'democrazia interna' (per altro sempre auspicata) è anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che, in un'intervista a Bruno Vespa per il suo prossimo libro, parla per la prima volta ufficialmente della vicenda, si dice "soddisfatto" della soluzione trovata e, soprattutto, ci tiene a sottolineare di aver detto a Berlusconi che "non c'era nessuna ragione perché Tremonti diventasse vice presidente del Consiglio". I tre coordinatori, il quadrumvirato dei capigruppo, un suo fedelissimo e sopra tutti, ovviamente lui: Giulio Tremonti. Fuori i ministri economici: gli esponenti del governo potranno semmai essere "invitati" di volta in volta e a seconda degli argomenti trattati. Il 'Comitato' creato ad hoc per mettere il silenziatore alla polemica che da giorni stava agitando il governo, ha preso forma due sere fa, in un incontro che si è tenuto a via dell'Umiltà, presenti La Russa, Verdini, Marco Milanese e Nicola Cosentino. Ed è a immagine e somiglianza del responsabile di via XX settembre

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